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painbreaker: meno dolore, più qualità di vita

Comprendere meglio il dolore cronico e sviluppare strategie di gestione a lungo termine – è questo l’obiettivo del corso online della «painbreaker GmbH». Dietro questo progetto innovativo c’è l’idea di una fisioterapista che ha elaborato una soluzione smart per un problema pratico.

Le due menti dietro a painbreaker: con la loro startup Sandra Zimmermann e Oliver Ludwig coniugano attività motoria e terapia del dolore digitale.

Testo e foto: Fabienne Reinhard

«I rompicapo più criptici sono anche i più stimolanti» dice Sandra Zimmermann riferendosi ai pazienti con disturbi cronici o sintomi d’origine incerta. «Non bisogna solo conoscere l’anatomia, ma anche e soprattutto saper comprendere le persone.» Zimmermann è affascinata dai fattori che influiscono sul dolore – e dal modo in cui i pazienti possono sfruttarli a loro favore. Per approfondire le competenze in materia ha seguito un corso di formazione continua presso l’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW), specializzandosi in terapia del dolore.

Ma una volta calatasi nella pratica, si è resa conto che spesso manca il tempo da dedicare all’educazione dei pazienti. In molti casi, alla seduta successiva era costretta a ricominciare da capo. Durante un corso online a cui stava partecipando si è chiesta se non esistesse un formato simile anche per i pazienti con dolore cronico. E, così, non avendo trovato una soluzione adatta fra le offerte esistenti, ha deciso di crearne una.

Un impegno maggiore del previsto

Tutto questo accadeva tre anni fa. Da quell’idea è nata la società «painbreaker GmbH» – una startup che si propone di aiutare le persone colpite a comprendere e gestire meglio il dolore attraverso un corso online. Per l’implementazione Zimmermann ha arruolato il collega e graphic designer Oliver Ludwig. «È stato la mia prima scelta… e la migliore possibile» racconta ridendo. Ludwig ha accettato subito: «I corsi online sono un format interessante». Zimmermann ci ha messo le conoscenze specialistiche di fisioterapia, Ludwig si è occupato del sito web, dei testi e del design. Inizialmente avevano preventivato un impegno di pochi giorni per le riprese e il montaggio – ma poi hanno capito che l’idea aveva maggior potenziale del previsto. Così da quel progetto parallelo è nata un’azienda. Con il senno di poi, entrambi ammettono: «Avevamo sottovalutato l’impegno richiesto».

Obiettivi ambiziosi

Un concorso per startup ha consentito loro di ricevere coaching gratuito – un vero colpo di fortuna. Così, agendo in modo mirato, hanno elaborato una strategia di marketing e definito il loro gruppo target: persone fra i 18 e i 65 anni con dolore cronico residenti in aree di lingua tedesca – il che in Svizzera equivale a circa 600’000 persone. painbreaker vuole raggiungere una quota di mercato del 10% in cinque anni, ossia 60’000 utenti. A tale scopo la società collabora soprattutto con partner che possano fungere da intermediari, come centri di terapia del dolore, studi di fisioterapia e singoli fisioterapisti o medici.

La validazione è decisiva

Per raggiungere l’obiettivo non basta avere una buona idea e un’abile strategia: la prova d’efficacia è altrettanto importante. Il feedback fornito da professionisti, amici e pazienti nella prima fase di test è confluito nel «Corso base sul dolore», che è disponibile dall’inizio dell’anno per i pazienti paganti.

Nella fase attuale la valutazione è d’importanza cruciale: il corso potrà essere fatturato a carico di un’assicurazione solo quando la sua efficacia sarà stata scientificamente dimostrata. «Per riuscirci abbiamo bisogno di dati, ossia di pazienti disposti a seguire il corso a pagamento. È un vero dilemma» spiega Zimmermann, che per fortuna può contare sul sostegno del suo datore di lavoro, il quale le consente di consigliare il corso come accompagnamento alla terapia. Per farlo conoscere, Zimmermann sta anche sfruttando la propria rete di contatti.

La volontà e le energie non mancano

Zimmermann e Ludwig non si pagano ancora un salario. Da aprile Zimmermann ha ridotto il proprio grado di occupazione per dedicare più tempo a painbreaker. Per Ludwig dividersi fra varie attività è più facile: è dipendente con un grado di occupazione del 40% e in parallelo lavora come grafico indipendente. Il progetto richiede tanto tempo, ma a nessuno dei due mancano le idee: vogliono migliorare l’implementazione tecnica e offrire appena possibile altre lingue. Inoltre vorrebbero aggiungere corsi supplementari di attività motoria, alimentazione o gestione dello stress in collaborazione con specialisti esterni.

Di rinunciare non se ne parla proprio: «Ci motiviamo a vicenda nei momenti duri» dice Zimmermann. E Ludwig aggiunge: «Non abbiamo niente da perdere. Tentiamo di tutto». L’ottimismo è necessario per portare avanti questo grande progetto che, a lungo andare, potrebbe dare i risultati sperati non solo in termini economici per la startup, ma anche di sollievo fisico e mentale per molti pazienti affetti da dolore cronico.

painbreaker è un esempio di come la dedizione, la creatività e le conoscenze specialistiche possano spianare la strada a nuovi percorsi di cura – e di come gli strumenti digitali possano integrare in modo efficace il lavoro dei fisioterapisti.

painbreaker

Maggiori informazioni sul corso online di painbreaker

Per saperne di più su painbreaker

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